Cos’è per te la comunicazione?

È l’unico modo che abbiamo per dire che esistiamo, per confermare, in un certo senso, la nostra presenza in questo mondo. Attraverso la comunicazione raccontiamo di noi, di ciò che siamo e sentiamo; una canzone, un sorriso, un testo narrativo, una poesia, un saggio... tutto comunica! Anche quando stiamo in silenzio, comunichiamo.

Può unire o dividere, dare o togliere, costruire o distruggere, avvicinare o allontanare per sempre: la comunicazione è un ponte fatto di vetro, fragile, e come tale va trattato.

 

Che cosa ispira le tue opere?

Gli spunti arrivano sempre senza preavviso e nei modi più diversi. Adoro osservare le persone e questo mi aiuta molto, perché dietro il volto di uno sconosciuto vedo (o meglio... non riesco a non vedere) un mondo in fermento: mi chiedo sempre a cosa pensi una persona, cosa provi, come sia la sua quotidianità, di che colore sia il mondo che vede; basta un’espressione, un incedere particolare, una frase catturata al volo, un tic... tutto può essere il pretesto che si trasforma in una storia, darmi l’idea e spingermi poi a metterla nero su bianco.

Anche i bambini, come i sogni, sono fonte inesauribile di suggerimenti. Non so se sia una coincidenza, ma non credo...

 

Cosa ti motiva nel tuo lavoro? E cosa consigli a chi vuole intraprendere la tua stessa strada?

Scrivo per passione, prima ancora che per lavoro.

Non so se sia opportuno dare consigli a chi decide di iniziare a scrivere: quando chiama, ogni passione lo fa sempre in modo diverso per ciascuno di noi, e ogni consiglio quindi potrebbe essere inadeguato o, peggio, fuorviante.

Nel caso della scrittura, personalmente credo che convenga fare solo una cosa: assecondarla, questa passione; anche se questo vuol dire alzarsi in piena notte e cercare, al buio, carta e penna per buttar giù una frase, proprio quella lì... sì, perché sai che se non la scrivi subito, la notte se la porta via e l’hai perduta per sempre.

L’unico consiglio che mi sento di dare, forse, è quello di leggere, leggere tanto, soprattutto i grandi autori, dai quali si può imparare l’impossibile.

 

Una domanda che avresti sempre voluto ricevere e perché?

In realtà non ce n’è nemmeno una... credo mi sia stato chiesto tutto, anche se non sempre sono stata in grado di dare le risposte. È difficile, a volte, dare le risposte.

 

Biografia

Donatella Dariol nasce a Treviso nel 1977 e vive a Carbonera (TV).

Non avendo potuto studiare a suo tempo, arriva al diploma nel 2013 frequentando un corso serale per adulti lavoratori: una sfida impegnativa coronata da una grande soddisfazione.

Da sempre ama leggere e da qualche anno si dedica con passione anche alla scrittura. Una passione, quest’ultima, nata dalla scoperta del percorso proposto a Padova da MacAdam - MacAdemia di Scritture e Letture di Fabio Fracas: uno scrigno prezioso, che va ben oltre il concetto di scuola e che le apre orizzonti straordinari. Così si rende conto di aver letto tanto nel corso degli anni, ma a volte con le lenti sbagliate.

Nel 2011 partecipa per la prima volta a un concorso letterario, classificandosi al primo posto nella sezione narrativa, e dal 2015 inizia a proporre i propri testi a vari premi letterari ottenendo numerosi riconoscimenti. Fra gli altri, il primo posto nella sezione narrativa inedita del Concorso internazionale di arte e letteratura “Pietro Iadeluca & Amici” - edizione 2018.

“Mille vite, dentro” è la sua prima pubblicazione.